L’importanza di non accontentarsi mai

LASCIA CHE TI SPIEGHI COSA VOGLIO VERAMENTE DIRE QUANDO AFFERMO CHE: “NOI LAVORIAMO SUI FOTOGRAFI E NON SULLE FOTOGRAFIE” 

Il consiglio di oggi è indispensabile.

Ti consiglio di aggiungerlo al tuo bagaglio di conoscenze, se vuoi portare a casa delle buone fotografie.
Perché ti accorgerai che, l’80% del buon risultato non è dovuto da quello che succede all’interno della tua macchina fotografica mentre scatti, ma da una cosa innata che tu hai, su cui però bisogna lavorare.

Tra un pò arriverò a dirti di cosa sto parlando.

Uso una mia fotografia e parto subito con il dirti cosa è successo:
Mi trovo in Lessinia da un amico.

Si chiama Mattia e fa il pastore insieme alla sua compagna.
Ho seguito la sua attività di pastorizia transumante per 8 mesi, andandolo a trovare più volte.
Ho scelto questa situazione perché è una scelta di vita molto dura.
Infatti come puoi notare in questa foto, lui sta facendo la doccia in esterno, all’aria aperta tra i monti.

Come sono arrivato a questa fotografia?

Ti assicuro che non è stata “one shot”. Ho scattato 76 foto per arrivarci.

Capisci?
Quello che voglio farti passare con la mini lezione di oggi è che: l’atteggiamento è tutto!

Se vuoi sentirti fotografo, quello che dovresti fare quando ti trovi davanti ad una situazione interessante è: NON MOLLARLA.

Inizia ad entrare in relazione con questa, e a “danzare”.
Infatti il lavoro del fotografo sono micro movimenti con il tuo soggetto.
Ora sarò più concreto, giuro.
Mattia ha deciso di farsi la doccia, io ho deciso di seguirlo.

Ovviamente, io, in quanto rispettoso verso il mio soggetto, ho sempre delle accortezze di inquadratura, ma ciò non deve limitarmi.
La domanda che mi sono fatto è:
Cosa mi interessa di questa situazione?

Il fatto che lui sia in esterno.

Pertanto ho provato a mettere lui in relazione con l’ambiente e sono partito a fotografare con un campo largo.
MA la luce era un problema.
Un sole fortissimo e al contempo foschia.
C’era un contenuto interessante ma la foto non aveva una buona estetica.
Non mi consentiva di comunicare un contenuto importante.

Cosa ho fatto dunque?

Non mi sono accontentato. Mi sono concentrato su di lui.

Fino a quando Mattia non si gira, e mi accorgo che ha un tatuaggio sulla schiena, un orso.

Quest’ultimo sarebbe diventato l’elemento che mi avrebbe permesso di mettere in correlazione il paesaggio sullo sfondo con Mattia stesso.
Avrebbe dato un senso a tutta la struttura della scena.

A quel punto Il mio soggetto non sarebbe più stato Mattia, ma l’orso tatuato.

Avevo anche un altro problema però: lo sfondo chiaro mi faceva perdere il dettaglio del getto d’acqua.
Un’ulteriore difficoltà nella gestione della luce e della situazione.

Cosa ho fatto?

Ho cercato di risolvere una ad una le difficoltà che mi si paravano davanti.
Allargo di nuovo l’inquadratura:

Rialzo la linea dell’orizzonte per far in modo che il getto d’acqua abbia uno sfondo scuro

MA le luci continuano a non essere ottimali.

Alla 70esima foto mi si scurisce la nuvola proprio dietro lo spruzzino, riesco ad avere così un minimo di contrasto e quindi vedere l’acqua che scende.

Ho l’orso in primo piano e cerco di tagliare il più possibile la luce che arriva da sinistra che mi brucia un po’ l’immagine.

Porto a casa una foto che racconta di Mattia che sta facendo la doccia all’aperto.

Tutto questo per dirti: se vuoi migliorare le tue fotografie, lavora sull’inquadratura.

Quando individui una scena interessante, risolvi tutti i problemi uno ad uno e non mollare finché non hai trovato una soluzione, o finché le condizioni non cambiano e ti permettono di comunicare quello che vuoi.

Questo è il comportamento di un fotografo, che è ben diverso da quello di un viaggiatore.


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